sabato 4 dicembre 2010

La chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Palermo

CHIESA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA

La chiesa di Santa Caterina d’Alessandria appartiene al Monastero di clausura delle suore domenicane.

L’Ordine domenicano, insieme con l’Ordine dei Gesuiti e quello degli Agostiniani, aveva il compito di rinnovare spiritualmente la Chiesa contro ogni forma di corruzione ed eresia, ma anche quello di diffonderne le nuove regole, stabilite dal Concilio di Trento(1545-1563); in seguito ad esso, si stabiliva la clausura per le monache domenicane e il Cardinale Borromeo scriveva le “Istructiones fabricae” secondo le quali bisognava costruire le nuove chiese e i monasteri.

Santa Caterina, chiesa ormai di un Monastero di clausura, viene ricostruita tra il 1566 e il 1596. Il progetto architettonico per molto tempo è stato attribuito all’architetto Giorgio di Faccio, ma studi più recenti hanno dimostrato che probabili architetti e costruttori siano stati Francesco Camilliani – fiorentino – e Antonio Muttone – milanese -.

L’esterno

Presenta due ingressi: uno, principale su Piazza Bellini, un altro secondario su Piazza Pretoria.

Entrambi sono preceduti da uno scalone.

Secondo il gusto tardo-rinascimentale, la facciata principale è suddivisa in due ordini orizzontali da un pilastro che svolge la funzione simbolica di trabeazione e verticalmente da pilastri a parete che terminano con eleganti capitelli corinzi. Il portale ripropone lo stile classico dei Gagini, in alto vi è la statua in stucco di Santa Caterina.

Interno

Risponde al gusto del Vignola, l’architetto modenese che lavora soprattutto, a Roma, rispettando lo stile e le regole dettati dal classicismo e le esigenze della Controriforma cattolica (il Concilio di Trento era appena terminato). Infatti, Santa Caterina a Formiello, (Napoli), la Chiesa del Gesù (Roma), San Giorgio dei Genovesi (in particolare la facciata) e l’Abbazia di San Martino delle Scale (Palermo), sono tutte chiese e monasteri fortemente simili a Santa Caterina D’Alessandria.

Caratteristica principale dell’interno: navata unica, ampia, non molto lunga con transetto sul quale si inserisce la cupola. Lungo la navata si aprono tre cappelle per lato.

All’ingresso si trova un vestibolo,ampliato nel 1683, con sopra una tribuna o coro,sorretta da due colonne tortili; aveva la funzione di separare l’ingresso dall’aula vera e propria e doveva essere frontale all’altare. Gli affreschi della volta sono di Alessandro D’Anna e F. Sozzi, rappresentano al centro l’incontro di Santa Caterina, la Madonna e il Cristo, nelle vele le Virtù allegoriche.

La decorazione in marmi mischi e tramischi venne applicata in un secondo tempo, tra la seconda metà del ‘600 e la prima metà del ‘700, trasformando lo stile del tardo-cinquecentesco, semplice e rigoroso, nel barocco, carico di simboli religiosi, ma dove le figurazioni rinascimentali non sono scomparse, anzi si sono ben amalgamate a tutto il resto. L’arte, secondo le Istructiones del Cardinale Borromeo, deve essere il mezzo per raccontare al popolo i libri sacri e spiegare l’importanza della fede.

Nei marmi sono, inoltre, rappresentati gli stemmi delle due uniche famiglie di cui abbiamo notizia, che hanno sponsorizzato la decorazione delle cappelle e che avevano figlie e nipoti tra le monache domenicane. E’ presenti anche il simbolo dell’Ordine domenicano: il cane con il cero o il bastone.

Sulla volta, il Trionfo di Santa Caterina e la Gloria delle domenicane, affresco di Filippo Randazzo, con gli stucchi di Procopio Serpotta. In alto sui lati, della navata medaglioni in stucco con la storia di Santa Caterina. Nella parte bassa dei pilastri che indicano le cappelle, la rappresentazione simbolica dei temi biblici e del repertorio mariano.

Cupola e Transetto

La cupola è stata costruita soltanto nella seconda metà del ‘700 su progetto di Francesco Ferrigno.

L’affresco è di Vito D’Anna e rappresenta il Trionfo dell’Ordine Domenicano. Nelle vele, agli angoli le allegorie dei 4 Continenti.

Sul lato destro del Transetto, il grande altare di Caterina D’Alessandria. Una vera e propria macchina scenica barocca, piena di simboli,tutto decorato a marmi mischi e tramischi; è stato progettato da Andrea Palma. Al centro la statua di Santa Caterina,opera di Antonello Gagini(1534).
Ai lati la statua allegorica della Forza (a destra) e della Prudenza (a sinistra); in alto la Gloria di Dio Padre e gli angeli Musicanti, un medaglione in altorilievo. Autore G.B.Ragusa (1711-1713). Sui 4 pilastri che reggono la cupola, le 4 statue, anch’esse del Ragusa, che rappresentano i 4 Santi Domenicani principali: San Domenico, San Pietro martire, San Tommaso e San Vincenzo Ferrer (spagnolo insegnante di filosofia, detto l’angelo dell’Apocalisse per le sue prediche infuocate contro la corruzione e il vizio).

Presbiterio

Dietro di esso vi è la Chiesa interna o grande Coro, dove le monache andavano a pregare, non viste, e potevano assistere alle funzioni della Chiesa esterna attraverso le grandi finestre che si affacciano proprio sull’altare. Tutte le chiese annesse ai monasteri avevano la chiesa interna molto più semplice e confinante, attraverso il presbiterio, con la chiesa esterna, secondo le regole della Controriforma. Il fasto e la grandezza della chiesa esterna dovevano significare la potenza del Papato e nel caso di Santa Caterina, altri due elementi in più: la nobiltà delle monache e il fatto che la chiesa, al centro della città, doveva essere all’altezza del luogo.

La balaustra è stata disegnata da Giacomo Amato e pare anche il pavimento. Dietro l’altare in pietre dure e gate grigie e verdi la sepoltura della madre Badessa Maria del Carretto(1598), colei che diede inizio ai lavori di rinnovamento. L’affresco della volta è dei fratelli Filocamo,e rappresenta L’Anima che va in Paradiso.

Cappelle lato destro – stemma famiglia Bruno

1a Cappella - dei sette dolori

2a Cappella – del Crocifisso

3a Cappella - del Carmine

Cappelle lato sinistro – stemma famiglia Amato

1a Cappella - della Concezione

2a Cappella - del Rosario; a destra, Pio V benedice Andrea Doria

3a Cappella – di San Domenico; a sinistra, il rogo dei libri proibiti; al centro massacro degli Albigesi; Madonna del Rosario a destra.

Sotto l’altare la cripta : il cimitero privato del monastero.

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